L’umiltà gioisce della Signoria di Dio: L’umiltà è la virtù che ci fa sentire Dio come l’unico Signore della nostra vita, togliendoci, quindi, da un atteggiamento di autosufficienza che è una forma di idolatria. La persona umile, infatti, non ha pretese, non si fida del proprio giudizio, ma si appoggia su Dio e riconosce di aver ricevuto da Dio tutto: tutto quel che è e che ha. San Paolo ci ricorda a proposito: “Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto; e se l’hai ricevuto, perché te ne vanti come se non l’avessi ricevuto” (1 Cor 4,7). Gli orgogliosi sono i più bugiardi di tutti, disse un autore, perché si vantano di cose che non gli appartengono: la bellezza, l’intelligenza, le capacità varie… delle quali si gloriano e si vantano ma che non hanno comprato. Per questo sono bugiardi. Le persone umili invece ammettono d’aver ricevuto tutto da Dio e dicono: “siamo servi inutili, abbiamo fatto quanto dovevamo fare” (Lc 17,7ss).
Non è per falsa umiltà che dicono d’essere servi inutili, ma ammettono d’essere peccatori, e se sono riusciti a fare qualcosa, è stato Dio che lo ha fatto per tramite loro. L’umile riconosce la presenza operante di Dio nella sua vita. Era questa l’umiltà di Maria di Nazareth. La persona umile, come Maria, accetta di essere svuotata, o meglio, come diceva SV: “svuotatevi di voi stessi e Dio riempirà di sé”. Lo svuotamento è la condizione per fare posto a Dio, attirando e attivando “una quantità smisurata di grazia e di grazie”. L’umiltà non è lo spazio del vuoto, ma è lo spazio di Dio che ci libera da noi stessi e ci apre all’unione con Lui. La persona umile è una persona gioiosa ed è stimata dagli altri.
L’umiltà riconosce la dignità dell’uomo: la virtù dell’umiltà evangelica, soprattutto per chi vive una vita comunitaria, aiuta ad evitare due eccessi: da una parte una esaltazione idolatrica degli altri e dall’altra, una svalutazione o disistima degli altri. La virtù dell’umiltà evangelica si orienta a un servizio libero e liberante di carità verso gli altri, senza ipocrisia, falsità e nella verità. L’umiltà evangelica si fonda su due pilastri: la verità e la carità.
Se è basata e praticata in questo modo si esprime come modo di libertà, nel massimo rispetto altrui, senza esaltare qualcuno e senza screditare o svalutare qualcun altro. Inoltre, l’umile non è solo rispettoso della dignità degli altri, ma ha anche il timor di Dio e il senso della sua misericordia. Misericordia verso se stesso e verso gli altri espressa e vissuta nell’equilibrio. Il rispetto di sé stessi e degli altri richiede una vera umiltà come espressione di equilibrio e di maturità umana.
L’umiltà, ci aiuta a moderare il nostro orgoglio, la nostra vanità e la nostra presunzione: “non valutatevi più di quanto è conveniente valutarsi, ma valutatevi in maniera di voi una giusta valutazione…, non fatevi un’idea troppo alta di voi stessi” come dice Paolo (Rm 12). Chi riconosce i doni di Dio presenti in lui, non ne fa occasione di vanto, ma riferisce tutto quanto c’è di buono in noi a Lui e a Lui solo. L’umiltà ha, sotto questo aspetto, la funzione di moderare l’orgoglio, sia come eccessiva stima di sé, sia anche come dipendenza dalla stima degli altri. E, inoltre, la capacità di accogliere anche la diversità presente nell’altro riconoscendo la sua dignità, anche nel peccato e nell’errore che disturbano le relazioni umane. La persona umile accetta e supera anche le umiliazioni e le offese che riceve e riesce a superarle senza vendetta di nessun tipo.
L’umiltà è una virtù che rende gioiosi nella vita e fruttuosi nel ministero: concludo questa breve ed incompleta riflessione citando il grande Sant’Agostino, “l’orgoglio ha trasformato un angelo in diavolo, e l’umiltà ha innalzato delle persone semplici in angeli”. È vero perché il diavolo è un angelo decaduto dal suo trono mentre Maria ed altri personaggi biblici sono delle persone come noi, ma che hanno accettato la Signoria di Dio nella loro vita ed hanno collaborato con le grazie ricevute al punto di dire: per me vivere è Cristo e morire è un guadagno (Fil. 1,21). Questa umiltà non solo ci rende sereni e contenti nella vita nonostante tutte le difficoltà e contrarietà di questo mondo, ma anche e soprattutto ci rende efficaci nel ministero proprio perché la gente ama le persone umili e miti.