Mentre la Congregazione della Missione si prepara a commemorare il quarto centenario della sua fondazione, porgo affettuosi auguri a Lei, ai sacerdoti e ai fratelli della Congregazione e a tutti i membri della grande Famiglia vincenziana. Prego affinché questo significativo anniversario sia un’occasione di grande gioia e di rinnovata fedeltà alla concezione del discepolato missionario, fondato sull’imitazione dell’amore preferenziale di Cristo per i poveri.
Gli inizi della vostra Congregazione sono radicati nella profonda esperienza personale di San Vincenzo de’ Paoli, in quel “fuoco d’amore” che ardeva nel cuore del Figlio di Dio incarnato e che lo portò a identificarsi con i poveri e gli emarginati (Conferenza 207 sulla carità, 30 maggio 1659). Angosciato per la mancanza di cure pastorali nelle campagne francesi, all’inizio del 1617 decise di organizzare le missioni volte a fornire un’istruzione catechistica di base e incoraggiare un ritorno ai sacramenti. Un sogno che avrebbe portato a compimento, circa otto anni dopo, con la fondazione della Congregazione della Missione il 17 aprile 1625.
Nei primi sette anni di vita, i sacerdoti e i fratelli della Congregazione svolsero 140 missioni. Tra il 1632 e il 1660, i missionari della Casa madre di Parigi organizzarono altre 550 missioni. A partire dal 1635, con la nascita di comunità fuori Parigi, furono avviate centinaia di altre missioni. Questa notevole espansione testimonia la fecondità religiosa e missionaria dello zelo sacerdotale di San Vincenzo e la sua sete di convertire i cuori e le menti a Cristo.
Nella sua opera di sensibilizzazione verso i poveri, Vincenzo si rese subito conto che le opere di carità dovevano essere ben organizzate. Le donne furono le prime a raccogliere questa sfida. Nel 1617, nella parrocchia di Châtillon, fondò la prima delle “Confraternite della Carità”, che continuano oggi come Associazione Internazionale di Carità o Volontariato Vincenziano. Nel 1633, insieme a Santa Luisa de Marillac, fondò una forma rivoluzionaria di comunità femminile, le “Figlie della Carità”. Fino a quel momento, le religiose vivevano nei monasteri; le Figlie della Carità furono invece inviate nelle strade di Parigi per servire gli ammalati e i poveri. Questa innovazione darà i suoi frutti in una vera e propria proliferazione di Congregazioni religiose femminili dedite alle opere apostoliche nei secoli successivi.
A partire dal 1628, in risposta ad un appello del vescovo di Beauvais, la Congregazione della Missione iniziò anche a dedicarsi alla formazione del clero. Quest’opera, così necessaria per la riforma e il rinnovamento della Chiesa nella Francia del XVII secolo, crebbe e fiorì. Al momento della morte del Santo, erano stati fondati venti seminari e 12.000 giovani avevano partecipato a ritiri in preparazione all’ordinazione sacerdotale. San Vincenzo era convinto dell’importanza di questo “alto e sublime ministero”, che sarebbe diventato una caratteristica della Congregazione (Conferenza Sul fine della Congregazione, 6 dicembre 1658). Nelle Regole comuni si afferma chiaramente che, per la natura stessa della Congregazione, questo ministero è “in egual misura” da assolvere come quello della predicazione delle missioni (Regole comuni, XI, 12).
In questo anniversario, è opportuno riflettere sull’eredità spirituale, sullo zelo apostolico e sulla cura pastorale che San Vincenzo de’ Paoli ha trasmesso alla Chiesa universale. L’elenco di coloro che hanno assimilato la spiritualità vincenziana e l’hanno vissuta eroicamente nel corso degli anni è lungo e abbraccia tutti i continenti. Pensiamo a San Giovanni Gabriele Perboyre, San Francesco Regis Clet, San Giustino de Jacobis, Santa Luisa de Marillac, Santa Giovanna Antida Thouret, Santa Caterina Labouré, Santa Elisabetta Anna Seton, il Beato Frédéric Ozanam e molti altri, tra cui Jân Havlik, beatificato il 31 agosto 2024 in Slovacchia.
Ancora oggi, sulle orme di San Vincenzo, la sua famiglia continua ad avviare opere di carità, ad intraprendere nuove missioni e ad aiutare nella formazione del clero e del laicato. Più di 100 rami di sacerdoti, fratelli, sorelle, laici e uomini costituiscono oggi la famiglia vincenziana. La Società di San Vincenzo de’ Paoli, fondata nel 1833 dal Beato Frédéric Ozanam, è diventata una straordinaria forza di bene al servizio dei poveri, con centinaia di migliaia di membri in tutto il mondo.
La Congregazione della Missione sta vivendo attualmente nuovi segni di crescita. Le Province più giovani, soprattutto in Asia e in Africa, dove le vocazioni alla Congregazione sono fiorenti, hanno risposto alla chiamata di iniziare missioni in altri Paesi. La Congregazione continua anche a intraprendere nuove opere creative tra i bisognosi. Penso all’ “Alleanza Famiglia Vincenziana con le persone senza fissa dimora”, un’iniziativa internazionale per fornire alloggi a prezzi accessibili alle persone senzatetto, ispirata all’esempio di Vincenzo de’ Paoli, che iniziò il suo lavoro nei loro confronti nel 1643, costruendo tredici case a Parigi per i poveri. Questa iniziativa intende svilupparsi nei Paesi dove sono presenti i vincenziani con la costruzione di altre case superando così l’obiettivo iniziale di accogliere 10.000 persone.
Quattro secoli dopo la fondazione della Congregazione della Missione, non c’è dubbio che il carisma di San Vincenzo de’ Paoli continui ad arricchire la Chiesa attraverso i vari apostolati e le buone opere dell’intera Famiglia vincenziana. Spero che le celebrazioni del quarto centenario mettano in evidenza l’importanza della concezione di San Vincenzo del servizio a Cristo nei poveri per il rinnovamento della Chiesa del nostro tempo, nella sequela missionaria e nell’aiuto ai bisognosi e agli abbandonati nelle molte periferie del nostro mondo e ai margini di una cultura superficiale e “usa e getta”. Sono convinto che l’esempio di San Vincenzo possa ispirare in modo particolare i giovani, che con il loro entusiasmo, la loro generosità e la loro preoccupazione per la costruzione di un mondo migliore, sono chiamati a essere testimoni audaci e coraggiosi del Vangelo tra i loro coetanei e ovunque si trovino (Esortazione apostolica post-sinodale Christus vivit [25 marzo 2019], 178).
Con grande affetto, quindi, assicuro ai sacerdoti e ai fratelli della Congregazione della Missione la mia particolare vicinanza nella preghiera durante il prossimo anno giubilare. Prego affinché, ispirati dal loro Fondatore, possano continuare a modellare la loro vita e il loro lavoro secondo l’esortazione all’umiltà e allo zelo apostolico che egli rivolse ai primi membri della Congregazione: “Coraggio dunque, fratelli, dedichiamoci con rinnovato amore al servizio dei poveri, cerchiamo anzi i più miserabili e più abbandonati. Riconosciamo dinanzi a Dio che sono essi i nostri signori e padroni, e che non siamo degni di prestare loro i nostri umili servizi” (Conferenza 164 sull’amore per i poveri, gennaio 1657).
Affidando tutti i membri della Famiglia vincenziana alla materna intercessione di Maria, Madre della Chiesa, imparto la mia Benedizione Apostolica come pegno di pace e di gioia nel Signore. E vi chiedo, per favore, di ricordarmi anche nelle vostre preghiere.
Roma, San Giovanni in Laterano, 11 dicembre 2024
Scarica La Lettera di Papa Francesco
a P. Tomaž Mavrič Superiore Generale
della Congregazione della Missione