“San Vincenzo e i vescovi” conferenza di P. Andrés R. M. Motto, CM

San Vincenzo de' Paoli e l'episcopato: grazia, servizio, vicinanza. Conferenza di P. Andrés R. M. Motto, CM presso la Maison Mère (Parigi) durante la celebrazione del 4º centenario della Congregazione della Missione.

Sono onorato di poter condividere con voi questa riflessione in occasione del secondo incontro dei vescovi vincenziani, nell’ambito delle celebrazioni del 400° anniversario della fondazione della Congregazione della Missione. Di fronte a un pubblico così eminente si parlerebbe con “timore e tremore”, come direbbe Soren Kierkegaard, ma l’amore comune per San Vincenzo de’ Paoli e per la Congregazione ci mette in una piacevole atmosfera fraterna.

Possiamo dire che pochi sacerdoti hanno conosciuto tanti vescovi come San Vincenzo. Ma possiamo dire ancora di più che deve essere uno dei sacerdoti che ha contribuito a eleggere il maggior numero di vescovi. E anche senza mai promuovere se stesso all’episcopato, cosa che gli sarebbe costata pochissimo. Infatti, rifiutò formalmente l’offerta della regina reggente Anna d’Austria di elevarlo a cardinale[1].

Possiamo anche sottolineare che pochi sacerdoti hanno risolto tanti problemi ai vescovi come Vincenzo de’ Paoli. Egli risolse ogni tipo di problema: pastorale, etico, spirituale, canonico, economico, politico, ecc. I servizi che Vincenzo rese ai vescovi furono estesi anche a un gruppo considerevole di cardinali.

Ma anche i vescovi contribuirono molto al nostro fondatore. I suoi frequenti dialoghi con loro, il suo essere stato il sacco di lacrime di molti episcopi, lo aiutarono a vedere i veri problemi della Chiesa[2], così come molte delle sue soluzioni, come, ad esempio, dare un particolare tipo di ritiro a coloro che dovevano essere ordinati. Sebbene Vincenzo de’ Paoli fosse conosciuto e apprezzato per la sua opera caritativa ed evangelizzatrice, la sua attività con i vescovi come segretario del Consiglio di Coscienza della Regina Reggente diede una portata veramente nazionale alla sua proposta di rinnovamento.

Se sistematizziamo l’esperienza del signor Vincent con i vescovi, troviamo, sorprendentemente, un bellissimo insegnamento sull’episcopato. Cioè, attraverso la sua vita di dialogo sempre più fluido con i vescovi, così come le sue varie attività in tante diocesi, oltre alla sua preghiera e alla sua riflessione sul tema, egli sta generando una spiritualità dell’episcopato.

In questo contesto, non sorprende che la sua prima biografia sia stata scritta da un vescovo, Louis Abelly.

Per motivi di tempo, dei quattro punti di questo studio, ne tratterò solo uno: “La dottrina vincenziana sull’episcopato”. Vi dirò in anticipo che il suo ideale di vescovo si basa sulla dottrina del Concilio di Trento, oltre che sulle sue letture della Sacra Scrittura e della Patristica. Inoltre, lunghi colloqui con persone di Dio su questo tema e il suo stesso lavoro con i vescovi.

 

P. Andrés R. M. Motto, CM

 

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[1] DODIN, André. Monsieur Vincent visto dal suo segretario Louis Robineau, CM. Teruel. Fede e Vita. 1995. 158-159.

[2] Un vescovo gli scrisse nel 1643: “L’estrema desolazione che trovo nel clero della mia diocesi, e la mia incapacità di porvi rimedio, mi hanno obbligato a ricorrere a voi, di cui sono ben noti i sentimenti e gli ardenti desideri di restaurare la vita ecclesiastica dove è decaduta o frantumata”. E. S. II, 309. Un altro vescovo gli scrisse nel 1656, forse con qualche esagerazione: “Se si esclude il canonico esperto in Sacra Scrittura nella mia chiesa, non conosco nessun sacerdote nella mia diocesi che possa ricoprire una qualsiasi carica ecclesiastica. Da questo si può dedurre il grande bisogno che abbiamo di buoni lavoratori. Vi prego di lasciarmi il vostro missionario per aiutarci con gli ordinati”. E. S. VI, 53.

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