Vincenziani, la vostra donazione di organi può fare la differenza

La donazione di organi come atto di carità e solidarietà nel carisma vincenziano. Un gesto che salva vite e riflette l’amore verso il prossimo. Un invito a promuovere la cultura della donazione nella Famiglia Vincenziana.

La storia di Carlee, una giovane del Texas che ha avuto la fortuna di ricevere due trapianti di cuore, mi ha profondamente toccato. Dopo la sua guarigione, ha riconosciuto che “quelle persone che mi hanno donato un altro cuore… mi hanno dato una seconda possibilità. Mi hanno salvato la vita due volte grazie a un donatore di organi”. Questa storia, da un lato, mi ha fatto riflettere sull’importanza vitale di un donatore nel salvare vite e dare nuova speranza. Dall’altro, mi ha fatto pensare a quante persone sono in lista d’attesa per un organo e non hanno la stessa fortuna di Carlee. Di fronte a questo scenario, mi sono chiesto: come, in quanto missionario paolino, potrei impegnarmi nella promozione della donazione di organi? Da quel momento, ho deciso di diventare un promotore attivo della donazione di organi, incoraggiando altri a iscriversi come donatori di organi, cornee e tessuti, spiegando loro i benefici della donazione.

A dire il vero, quando ho avuto l’opportunità di scegliere un argomento per questo articolo, ho optato per il tema: la donazione di organi e il carisma vincenziano.

Il carisma vincenziano, fin dalle origini, si è sempre preoccupato del benessere della persona umana e delle questioni etiche che emergono nel campo della scienza. Senza dubbio, i problemi relativi alla donazione di organi rientrano perfettamente nell’ambito del carisma vincenziano. Ho scelto questo tema proprio per ricordare ai vincenziani e a tutte le persone di buon cuore che la loro donazione di organi può fare la differenza. Insieme, come vincenziani, possiamo seminare speranza diventando donatori di organi per salvare vite. Salvare una vita è un atto di amore e di umanità.

Ogni giorno aumenta la necessità di organi disponibili per i trapianti. Tuttavia, secondo le statistiche più recenti della HRSA (Amministrazione delle Risorse e dei Servizi Sanitari del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti), ci sono 103.223 pazienti in lista d’attesa per un trapianto. La mancanza di organi continua ad essere una realtà preoccupante, e non abbiamo certezza che la situazione migliorerà. Al contrario, secondo HRSA (2025), “ogni anno, il numero di persone in lista d’attesa continua ad essere molto superiore rispetto al numero di donatori e trapianti, e la crescita è lenta”. Di conseguenza, molte persone muoiono ogni giorno per mancanza di organi.

Cosa si può fare? Come migliorare questa situazione costruendo una cultura della donazione tra i vincenziani?

La donazione di organi è un problema sociale che dovrebbe interpellare tutti gli uomini e le donne di buona volontà nella ricerca di misure giuste per alleviare la sofferenza e salvare vite. Per questo, di fronte alla mancanza di organi per trapianti, questa riflessione è fondamentale: ci permette di cercare nuove proposte orientate alla donazione di organi con l’obiettivo di trovare nuovi donatori vincenziani e rispondere così a un problema che riguarda la vita di molte persone. La situazione globale dimostra che la disponibilità di organi vitali per i trapianti rimane una problematica reale. HRSA (2025) ci informa che ogni 8 minuti una nuova persona entra nella lista d’attesa, e ogni giorno 13 persone muoiono aspettando un trapianto.

Questa situazione mi ha colpito profondamente come persona, come cristiano e come missionario paolino. Perciò, attraverso queste umili righe, voglio sensibilizzare i vincenziani sull’importanza della donazione di organi per dare o prolungare la vita di altre persone malate. Desidero inoltre che la comunità vincenziana svolga un ruolo decisivo nella promozione della cultura della donazione di organi, sia all’interno della propria famiglia che nella società in generale. Questa promozione potrebbe avere un impatto sociale molto positivo, contribuendo a risvegliare nei membri della Famiglia Vincenziana la cultura della generosità, superando pregiudizi e paure legate alla donazione di un organo per salvare una vita. Una sola persona donatrice può salvare otto vite e migliorare altre 75 (HRSA, 2025).

Questa riflessione mira anche a rafforzare e aggiornare l’interesse dei membri della Famiglia Vincenziana sul tema della donazione di organi. È importante ricordare che essere donatori non è contrario alla fede cattolica né al carisma vincenziano. Anzi, la Chiesa Cattolica, di cui facciamo parte, sostiene la donazione di organi come atto d’amore e di generosità. È un gesto nobile e meritorio, a condizione che venga effettuato nel rispetto dell’etica. La Chiesa vede nella donazione un’espressione di solidarietà e una testimonianza di carità.

Sicuramente, san Vincenzo de’ Paoli, noto per la sua sensibilità, la sua profonda compassione e dedizione verso i più vulnerabili, avrebbe considerato la donazione di organi un atto supremo di carità e amore verso il prossimo. È vero che nella sua epoca non esistevano i trapianti, ma il suo esempio di servizio e dedizione agli ammalati e ai poveri dimostra che avrebbe sostenuto ogni azione volta a salvare vite e alleviare sofferenze.

L’insegnamento di san Vincenzo è incentrato sulla generosità, la solidarietà e il servizio disinteressato: valori che sono al cuore stesso della donazione di organi. Donare gli organi, in quanto vincenziani, per salvare vite, è un gesto che incarna pienamente la sua missione di amore e servizio. È anche un modo per onorare san Vincenzo, unendoci a un movimento che vuole consolidare e rafforzare la cultura della donazione.

Allora, vincenziani, la vostra donazione può essere la speranza di qualcuno. Donare non vale solo la pena… vale la vita!

P. Jean Rolex, C.M.

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