Riflessioni sulla Liturgia alla luce della Lettera Apostolica Desiderio Desideravi del Santo Padre Francesco – VII

"Ars celebrandi" offre una riflessione approfondita sulla liturgia cattolica in linea con la Lettera Apostolica "Desiderio Desideravi" - VII

Parte Settima

LITURGIA EUCARISTICA PREGHIERA EUCARISTICA

 

Per trattare questa parte della celebrazione eucaristica farò riferimento allo studio del gesuita Cesare Giraudo.

Cesare Giraudo espone gli elementi comuni a tutte le preghiere eucaristiche (Cfr. CESARE GIRAUDO, Unum Corpus. Trattato mistagogico sull’eucaristia, San Paolo, 2007).

Elementi comuni a tutte le preghiere eucaristiche

  1. Prefazio: prae agere: ciò che si compie prima di rendere grazie: cioè prima del racconto dell’istituzione.
  2. Sanctus.
  3. Post sanctus: la parte che riprende la tematica del sanctus.
  4. Epiclesi su i doni che saranno eucaristizzati e sui comunicantes.

Teniamo presente che, nella Preghiera eucaristica, noi chiediamo al Padre che tramite lo Spirito Santo, che si serve di questa, egli trasformi il pane e il vino in Cristo risorto. Quindi non sono soltanto le parole proferite sul pane e sul vino a consacrare, ma l’intera preghiera eucaristica: nel Messale si parla di racconto dell’istituzione (OGMR 79 d). Possiamo citare anche Sant’Isidoro di Siviglia che sostiene che ciò che consacra sono tutti gli elementi della preghiera eucaristica e non solo le parole. Infatti, la preghiera eucaristica Addai e Mari, non ha le parole della consacrazione e quindi non consacra? Invece consacra perché ha il racconto dell’istituzione.

Concludendo: consacra la preghiera eucaristica unita al racconto dell’istituzione e quella unita al ricordo delle meraviglie che Dio ha compiuto (= anamnesis): fate questo in memoria di me e noi, Chiesa riunita, lo compiamo.

  1. Le acclamazioni: nel Messale esistono diversi tipi di acclamazioni durante la celebrazione (cfr. pensiamo alle celebrazioni eucaristiche con i fanciulli) e non soltanto quelle che si riferiscono a: mistero della fede,
  2. Le intercessioni: abbiamo scelto l’ordine delle intercessioni della Preghiera eucaristica seconda:

    a) La Chiesa militante:

Il Papa;
Il vescovo;
I preti ed i diaconi.

b) La Chiesa che è nell’altra vita

I defunti;
I santi;

7) La dossologia e l’Amen finale.

Giraudo considera l’amen finale alla dossologia come un timbro in calce ad un testamento che ha la sua validità mediante la firma che, nel nostro caso, è l’AMEN dell’assemblea che è quello più importante di tutta la celebrazione.

8) Gli spazi di silenzio

È consigliato che si prolunghino gli spazi di silenzio durante la celebrazione eucaristica. Infatti, questi hanno più senso nella celebrazione eucaristica che durante l’adorazione del santissimo dopo la Messa. (OGMR 56 e 88).

Nella solennità del Corpo e Sangue di Cristo, quando l’eucaristia, consacrata durante la Messa, si pone nell’ostensorio e si dà inizio all’adorazione itinerante (Processione) questa è un prolungamento della adorazione compiuta durante la celebrazione dell’eucaristia, che è un fatto comunitario e non individuale.

Una considerazione

Poniamo il caso di un prete che tenga l’omelia lunga e poi la preghiera eucaristica la proclami velocemente. Questo significa che per quel prete è più importante l’omelia. Infatti, dal suo comportamento, si percepisce che egli si ritiene il centro della celebrazione e quindi l’assemblea dovrà necessariamente pendere dalle sue labbra di predicatore.

Invece, nella celebrazione, è la preghiera eucaristica che è il momento più importante, sempre che nella celebrazione eucaristica si possa parlare di un momento più importante, perché il momento più importante è quello che si celebra.

Questa considerazione vale anche per i preti che in venti minuti presiedono una celebrazione eucaristica. La testimonianza che offrono al popolo di Dio è che questa è una delle tante cose da fare e prima si finisce, meglio è. Poi esistono le cose serie: la cura di sé stessi; il culto del corpo: del vestito; del denaro; la cultura; le amicizie…

 

Riflessioni sulle preghiere eucaristiche (OGMR 365)

Preghiera Eucaristica I

La P.E. I, o Canone Romano, si può sempre usare: il suo uso tuttavia è più indicato nei giorni in cui è assegnato un In comunione proprio, o nelle Messe con l’accetta con benevolenza proprio, oltre che nelle celebrazioni degli apostoli e dei santi di cui si fa menzione nella Preghiera stessa così pure nelle domeniche, a meno che, per ragioni pastorali, non si preferisca la Preghiera Eucaristica III. (OGMR 365 a)

Preghiera Eucaristica II.

La P.E. II, per le sue particolari caratteristiche, è più indicata per i giorni feriali, o in circostanze particolari. Quantunque abbia un prefazio proprio, può essere collegata con altri prefazi, specialmente con quelli che presentano in sintesi il mistero della salvezza, come per esempio i prefazi comuni. Quando si celebra la Messa per un defunto, si può inserire la formula particolare proposta a suo luogo, cioè prima del Ricordati anche dei nostri fratelli.

(OGMR 365 b).

Preghiera Eucaristica III

La P. E. III si può usare con qualsiasi prefazio. È preferibile adottarla nelle domeniche e nei giorni festivi. Se questa Preghiera viene preferita nelle messe per i defunti, si può usare la formula particolare per un defunto inserendola a suo luogo, cioè dopo le parole Ricongiungi a te, Padre misericordioso, tutti i tuoi figli ovunque dispersi. (OGMR 365 c).

Preghiera Eucaristica IV

La P. E. IV ha un prefazio invariabile e offre un compendio più completo della storia della salvezza. Si può usare quando la Messa manca di un prefazio proprio e nelle domeniche del Tempo Ordinario. In questa Preghiera, in ragione della sua struttura, non si può inserire una particolare formula per un defunto. (OGMR 365 d).

Preghiere Eucaristiche della Riconciliazione

Le Preghiere Eucaristiche della Riconciliazione possono essere utilizzate nelle Messe in cui i fedeli vengono introdotti in modo particolare nel mistero della riconciliazione. Per esempio nelle Messe per la concordia, per la riconciliazione, per la pace e la giustizia, in tempo di guerra o di disordini, per la remissione dei peccati, per chiedere la virtù della carità, del mistero della Santa Croce, della Santissima Eucaristia, del Preziosissimo Sangue di N.S.G.C., come pure nelle Messe del Tempo di Quaresima. Sebbene queste Preghiere Eucaristiche siano dotate di un prefazio proprio, possono essere utilizzate anche con altri prefazi che si riferiscono ai temi della penitenza e della conversione, come per esempio i prefazi di Quaresima (MESSALE ROMANO ed. III, pag. 488).

Le preghiere Eucaristiche per le varie necessità.

In queste Preghiere Eucaristiche si prega per la Chiesa; per l’incremento delle varie vocazioni al servizio del popolo di Dio; per l’evangelizzazione, per i cristiani perseguitati, per l’unità e la concordia nei vari paesi del mondo e per i loro governanti; per i profughi, gli esuli, i migranti, per tutti coloro che soffrono e per quelli che fanno soffrire gli altri. (MESSALE ROMANO ed. III, pag. 498 – 510).

Struttura della Preghiera Eucaristica

  1. Il prefazio:
    a) il Signore sia con voi: è l’invito del Signore alla sua sposa, che è la Chiesa, per unirsi a Lui: dove due o tre sono riuniti nel mio nome…(sant’Agostino).
    b) In alto i nostri cuori. Perché i cuori? Nelle liturgie orientali si dice in alto le nostre menti: è l’epifania di Dio. Lascia la terra, tu entri nell’eternità.
    c) Rendere grazie.

Tutti gli elementi sono uniti agli altri: È cosa buona e giusta, è veramente cosa buona e giusta, quando? In ogni luogo. Perché? Perché si rende grazie, al Padre, per Cristo, nello Spirito. C’è la Trinità nella Preghiera Eucaristica; la creazione l’incarnazione, la Passione e la risurrezione.

Questa è la conclusione del prefazio che conduce al Santo.

Il Santo è la conclusione generale della celebrazione siamo uniti alla Chiesa celeste.

  1. Il Santo si canta insieme alla chiesa celeste, affinché il Padre invii lo Spirito che santifichi il pane e il vino perché diventino il corpo e il sangue di Cristo, mediante il quale possiamo essere santificati.
  2. Oratio post sanctus: veramente santo sei tu o Padre, fonte di ogni santità.

Mani allargate: siamo come Cristo di fronte al Padre per compierne la volontà.

Mani sulle offerte: si chiede al Padre che invii lo Spirito Santo.

Mani sulle offerte che compiono il segno della croce: la presenza del Figlio che compie la volontà del Padre. La Santissima Trinità che opera nella liturgia.

  1. Epiclesi: chiedere lo Spirito. La rugiada è un termine che richiama echi biblici. Infatti, l’anafora (= la preghiera eucaristica) è indirizzata al Padre nel Figlio, per mezzo dello Spirito Santo.
  2. Intercessioni
    a) La comunione è con il papa e il vescovo del luogo e non si dice: con il vescovo che presiede la celebrazione, come se il Padre – a cui è diretta la celebrazione – non conoscesse il nome dil che colui che presiede, se si vuole pregare per il vescovo che presiede, lo si può fare in un’intenzione della Preghiera dei Fedeli. Questo vale anche per il cardinale prefetto per le beatificazioni e le canonizzazioni, quando presiede, per l’occasione, la celebrazione eucaristica (OGMR 149).
    b) I defunti e tutti i santi.

Nel Messale italiano: il ricordo del santo del giorno o del patrono. La domenica non si deve ricordare il santo del giorno, perché, essendo domenica, non ne ricorre la memoria. Invece, per noi san Vincenzo e santa Luisa sono nostri patroni, per cui invito a ricordarli in ogni Messa. Naturalmente se ricorre la memoria di un santo, prima si nomina il santo e poi san Vincenzo e santa Luisa.

Per i nostri beati/e: quando ricorre la memoria di un nostro beato/a si celebra perché è scritto/a nel calendario di Comunità. Questo vale anche per i beati/e delle diocesi in cui esercitiamo il nostro servizio pastorale.

Infine, invito tutti/e a celebrare le memorie dei beati/e sempre come obbligatorie, anche se la Congregazione per il culto dei santi, ci ha imposto di scriverle come facoltative. Si tratta di confratelli e consorelle che, con il loro martirio e il loro servizio per i poveri, hanno onorato il carisma di san Vincenzo e santa Luisa nella Chiesa del loro tempo.

Un esempio:

il 4 gennaio debbo celebrare la memoria obbligatoria di santa Elisabetta Seton e il 7 gennaio posso saltare la memoria della beata Lyndalva. Ora, con tutto il rispetto per la Seton, a me questa dice molto meno della beata Lyndalva: una mia consorella che, per restare fedele al carisma ha dato la vita. Questo pensiero vale per tutti i beati e le beate che, purtroppo, si è dovuto scrivere sul calendario di Comunità come memorie facoltative. Ecco perché invito tutti/e a celebrarle sempre come memorie obbligatorie.

c) La conclusione cristologica va unita alla dossologia, senza pausa.

La dossologia è la vera fiale della Preghiera Eucaristica. 

Alla dossologia non è previsto che il presidente alzi le mani e dia il calice e la patena agli altri concelebranti e anche le varie pissidi che sono sulla mensa (cfr. Cerimoniale dei vescovi n. 158; OGMR 151). Quando è presente il diacono, questi alla dossologia solleva il calice (OGMR 180). Se non è presente il diacono, il celebrante principale può far sollevare il calice da uno dei concelebranti (OGMR 208; Notitiae 33 (1997) p. 322 – 323).

 

Di p. Giorgio Bontempi C.M.

Desiderio Desideravi Ars Celebrandi 7

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