Per la terza volta, in pochi anni, Padre Tomaž ha voluto darci la gioia della sua presenza, regalandoci momenti intensi di fratellanza e di riflessione.
La sua giornata catanese è iniziata con la visita a “Casa Lumière”, ultima nata della rete di strutture di accoglienza e promozione sociale che fanno capo alla Locanda del Samaritano e destinata alle donne vittime di situazioni di violenza o disagio.
Dopo la Santa Messa, celebrata nella cappella dell’Istituto Pio IX, un bellissimo momento conviviale ha riunito i Missionari e le Figlie della Carità di Catania, gli ospiti delle case di accoglienza, gli operatori delle strutture gestite dai Vincenziani, i tanti volontari che offrono il loro prezioso contributo sotto diverse forme per aiutare i fratelli più fragili. L’Arcivescovo di Catania, S.E. Luigi Renna, ci ha fatto dono della sua presenza per noi sempre preziosa.
Prima di lasciare Catania, Padre Tomaž ha ascoltato le testimonianze di numerose persone, religiosi e laici, che hanno risposto alla domanda posta da Padre Mario Sirica: “Che cosa ha significato per te l’incontro con la Famiglia Vincenziana e quali effetti ne hai riconosciuto nella tua vita?”
Ne è venuto fuori un mosaico intenso, variegato ed emozionante, nel quale le voci dei religiosi e delle religiose che hanno scelto di dedicare la propria vita all’attuazione del carisma vincenziano, si sono unite a quelle dei volontari e di coloro che hanno testimoniato il bene ricevuto dai membri della famiglia vincenziana, capace di costruire legami di affetto che vincono il tempo e le distanze.
Alcuni ospiti della Locanda del Samaritano hanno raccontato come il supporto e l’affetto fraterno di operatori e volontari non solo li hanno aiutati nei momenti bui della loro esistenza, ma hanno suscitato in loro un desiderio, mai sperimentato prima, di fare qualcosa per gli altri, di essere “prossimi”.
Nel salutare l’assemblea a conclusione dell’incontro, Padre Tomaž ha voluto dare una preziosa indicazione per fare conoscere la Famiglia vincenziana: non fornire un elenco delle opere, delle strutture, delle molteplici attività, ma semplicemente dire “venite e vedete”, sottolineando ancora una volta il valore della testimonianza e dell’esempio di vita, più forti di ogni parola.