di Sr Maria Teresa Candelas Antequera FdC
(nostra libera traduzione dallo spagnolo)
Riconosciute le virtù eroiche di
SANTIAGO MASARNAU FERNÁNDEZ
(1805-1882)
Fondatore e Primo presidente della
Società di San Vincenzo in Spagna ,
che diventa quindi Venerabile.
Il suo nome, infatti, figura tra quelli inseriti
nei decreti autorizzati il 21.1.2021 dal Papa
a seguito dell’udienza con il card. Marcello Semeraro,
prefetto della Congregazione delle cause dei santi.
Ricordiamo che per la proclamazione a Beato
è necessario che venga riconosciuto un miracolo,
dovuto alla sua intercessione.
Leggi qui la preghiera per richiedere la sua intercessione
La vita del Servo di Dio abbraccia praticamente tutto il sec. XIX, gicchè egli nacque negli ultimi anni del regno di Carlo IV, un’epoca di crisi per i riflessi in Spagna della Rivoluzione Francese e per le contraddizioni di un regime politico e sociale in chiara decadenza. Il 1808 segna la sua infanzia in modo decisivo: da una parte perchè morì sua madre, Beatriz Fernández Carredano, quando egli aveva solo tre anni; dall’altra perchè cominciò in quell’anno la Guerra d’Indipendenza contro l’invasione Napoleonica. La famiglia Masarnau, il padre e i suoi tre figli, viveavano allora inn Ansalusia.
Durante questi anni il Servo di Dio comincia a dare segni precoci di essere molto dotato per la composizione e l’interpretazione musicale ed inizia la sua formazione in questo campo con diversi insegnanti a Cordova e Granada.
Quando nel 1814 termina la tempesta bellica e re Ferdinando VII occupa il trono di Spagna, la famiglia torna a vivere a Madrid, dove il padre ricopre di nuovo importanti incarichi nella Casa Reale. Santiago continua la sua formazione, prima nel Collegio di D.María de Aragón, retto dagli Agostiniani, per poi continuare studiando matematica , tra il 1820 2 il 1822, nei Reales
Estudios de San Isidro.
Questi due ultimi anni sono molto importanti nella sua vita, perchè, adolescente. fu testimone del cosiddetto Trienno Costituzionale, con l’esaltazione dei valori liberali che si diffusero in tutto il paese. La simpatia per queste nuove idee è evidente nella sua giovinezza e prima maturità, fino a poter supporre che perciò il padre, in circostanze poco chiare, perse il favore del re.
Egli ritenne sempre fatti totalmente ingiusti il ritiro del titolo di Gentilhombre de la Real Casa, avvenuta nel 1819, e la destituzione del padre dai suoi impieghi e cariche: dovrà aspettare il 1843 per essere definitivamente reintegrato nel titolo sopra ricordato.
Cercando un diverso clima politico-sociale e volendo completare la sua formazione musicale, abbandonò del tutto l’idea di percorrere la carriera di Ingegnere delle Ferrovie. Si reca a Parigi nel 1825, pochi mesi dopo la morte di sua sorella Dolores.
Si apre così un importante periodo nella vita del Servo di Dio: i suoi soggiorni all’estero.
Parigi e Londra furono i punti fondamentali di questo periodo. Egli si immerge e condivide totalmente il clima culturale del momento: il Romanticismo, con tutta la carica affetiva ed intellettuale di cui è capace. Viaggia molto, per quei tempi; conosce e frequenta il fiore della intellighenzia europea e gli esiliati politici spagnoli.
Questo soggiorno all’estero si interrompe in varie occasioni per viaggi o soste prolungate in Spagna. Nella prima di queste occasioni è vicino al suo amato padre nel momento della morte. In altre sarà testimone degli eccessi dei governi liberali che occupano il potere dopo la morte di Ferdinando VII nel 1833.
Questo è un periodo della sua vita in cui ha successo in tutti i campi: professionale, artistico, affettivo, ma senza che questo lo appaghi. Ed è il periodo dell’osservanza solo formale ai suoi obblighi religiosi.
Tutto ciò lo condurrà ad una crisi personale di insoddisfazione che terminerà quando nel 1838 si apre pienamente alla grazia di Dio: momento che egli suggellerà con una comunione nella chiesa parigina di N.ra Sig.ra di Loreto, preparata con una completa confessione generale, il giorno 19 maggio: data che egli considererà la sua seconda nascita.
Volendo vivere il suo rinnovato impegno in modo attivo, entrò nel giugno 1839 nelle Conferenze di San Vincenzo de Paoli , fondate da sei anni a Parigi da un gruppo di universitari il cui leader era A. Federico Ozanam, oggi Beato. Questo movimento proponeva ai laici un nuovo cammino di santificazione: il suo obiettivo principale era, ed è, l’aiuto caritativo alla nuova classe sociale nata dalla rivoluzione indistriale.
Dal momento del suo ingresso nella Società di San Vincenzo de Paoli, lavorò per l’ideale cristiano che lì si proponeva. Si adeguò a tutti i suoi Statuti in modo tale che presto fu nominato tesoriere della sua Conferenza, ubicata nella parrocchia di San Luis d’Antin (Parigi), dando già segni evidenti di confidenza nella Divina Provvidenza e di autentico amore verso i poveri.
Per il resto, la sua vita cambiò poco negli aspetti esteriori, anche se adeguò il suo stile di vita per attendere ai suoi obblighi, di lavoro e di vincenziano, e alla più intensa vita spirituale (preghiera assidua, quotidiana partecipazione alla santa Messa, comunione il giovedì e la domenica, abituale lettura della Bibbia e devozione alla Madre di Dio).
Nonostante la sua discrezione, questo mutamento non passò inosservato ai più intimi e a tutti coloro che lo frequentarono in quegli anni. La sola testimonianza della sua vita portò alla conversione del famoso uomo politico Juan Donoso Cortés, che in seguito entrerà nelle Conferenze spagnole. Il profondo sentimento di santificazione portò il Servo di Dio a pensare di entrare nella vita religiosa. Ma la insistente chiamata di suo fratello Vicente da Madrid, che lo voleva Vicedirettore e professore di Musica nel Collegio che aveva fondato in calle Alcalá n° 27, lo fece ritornare definitivamente in Spagna nel 1843.
Così il Servo di Dio si trasformò in docile strumento della Provvidenza per fondare la Societa di San Vincenzo in Spagna, così bisognosa di Istituti di questo tipo, nelle difficili cirocstanze politiche e sociali che la caratterizzavano.
L’impresa non fu facile, perchè era conosciuto nella sua città natale come artista e uomo di mondo, e non certo come uomo di carità; a parte le molte altre difficoltà, di ogni tipo, che incontrò nel suo cammino.
Umilmente e silenziosamente inizia il suo lavoro da vincenziano negli ospedali, negli ospizi e negli altri istituti sociali del tempo, dove visita i ricoverati, li aiuta e dà lezioni gratuite di musica, come mezzo per la loro riabilitazione, come nel caso dell’Ospizio di Madrid. Così appoggia la nascente opera a favore della donna emarginata che stava iniziando colei che oggi conosciamo come Santa Micaela del Santissimo Sacramento, fondatrice delle suore Adoratrici. Ma incontra numerose difficoltà, come già detto, per stabilire la Società di San Vincenzo de Paoli nella sua patria.
Finalmente l’11 novembre 1849, insieme con due professori del Collegio, Masarnauj Vicente de la Fuente e Anselmo Ouradou, fonda la prima Conferenza spagnola. Nei due anni seguenti ottenne l’approvazione ecclesistica e civile della Società, che poco dopo inizia una espansione spettacolare sia per il numero dei soci che per la quantità delle opere di carità che realizza. Durante questi primi anni conterà, tra l’altro, sull’appoggio di San Antonio María Claret e di D. Concepción Arenal, che partecipò, in un periodo della sua vita, alla Conferenze femminili.
Si adoperò nella Società anche per dare una solida formazione ai suoi membri, ricordando loro che il suo fine ultimo era la propria santificazione e non solo la realizzazione delle opere di carità.
Ma questo splendido quadro di opere e di partecipazione si interromperà quando nel 1868 un decreto del Governo rivoluzionario sopprime la Società, senza alcun tipo di reale giustificazione. Molte voci si levarono per difendere le Conferenze spagnole. Il Servo di Dio accettò questa decisione come una prova della Provvidenza.
Insieme con un gruppo di fedeli collaboratori, intensificòla sua attività di vincenziano. Andò di persona a visitare 100 famiglie bisognose ogni settimana e praticava in modo eroico le virtù cristiane, secondo la testimonianza che molti hanno dato. Dobbiamo qui segnalare che alcune Conferenze continuarono a funzionare nella clandestinità, cambiando il luogo di riunione e trasformando il nome da Conferenze a Sezioni.
Con la Restaurazione dei Borboni sul trono di Spagna la Società fu ristabilita legalmente e le furono restituiti i beni incamerati nel 1875. Nonostante avesse ormai 70 anni, Santiago Masarnau si dedicò alla riorganizzazione della Società, e in sette anni, riuscì a far rinascere la pia Opera iniziata e ingiustamente distrutta. Le sofferenze per la grande prova cui era stato sottoposto, l’età, la morte di un suo amato fratello nel 1879, furono le cause dell’aggravamento della sua salute, che divenne incerta e cagionevole. Varie volte chiese di essere sostituito come presidente, ma senza esito. Il 1 giugno 1882 convocò il Consiglio Superiore e presentò le sue dimissioni irrevocabili. Dopo 5 mesi di interinato, accettò la Presidenza D. Luis M Tapia y Parella.
All’inizio di dicembre, le sue condizioni di salute si aggravarono ulteriormente e fu ritenuto giusto consigliargli di prepararsi spiritualmente. Accettò la notizia con l’umiltà del cristiano e la serenità del giusto. Dettò e firmò un documento ai soci di Madrid perchè assistessero al momento solenne in cui riceveva il Viatico.
Poco prima di morire, e quando la sua vista era incerta e la sua lingua poteva con difficoltà articolare parola, vedendo ai piedi del letto una povera donna che gli faceva visita, comandò che le dessero 40 reali. Morì dunque come aveva vissuto: facendo la carità.
La sua morte, avvenuta il 14 dicembre 1882, commosse profondamente il soci delle Conferenze, i poveri e i bisognosi che vedevano in lui un vero padre, che cercava di soccorrere le loro miserie materiali e spirituali. I suoi funerali si trasformarono in una manifestazione spontanea di ammirazione e gratitudine da parte di quelli che ebbero la fortuna di conoscerlo e frequentarlo.
Santiago Masarnau fu sepolto in una tomba molto semplice nel cimitero della Sacramentale di San Justo a Madrid. L’epitaffio mette in rilievo più il talento umano e cristiano del fondatore in Spagna delle Conferenze, che quello di grande musicista, così recitando:
Il 13 maggio 1996 i suoi resti furono esumati e traslati in un sepolcro costruito all’entrata del Tempio nazionale della Società di San Vincenzo de Paoli, in via Veronica 11 a Madrid.
Se hai ricevuto qualche grazia attraverso la supplica a questo confratello o conosci qualcuno, per favore contatta il Procuratore Generale, P. Serhiy Pavlish, C.M., a: procgen@cmglobal.org