di Sr Josefina Salvo Salanova FdC
(NOSTRA LIBERA TRADUZIONE DALLO SPAGNOLO)
Questo gruppo di martiri della famiglia vincenziana è costituito da 33 membri della Congregazione della Missione, 17 dei quali sacerdoti e 16 fratelli coadiutori, il cui processo iniziò nel novembre 1960 e che ora si deve completare adattandolo alla nuova normativa canonica.
A questi 33 religiosi sono stati aggiunti 6 secolari, Caballeros de la Medalla Milagrosa, primizia di un laicato militante che alimentò la sua fede con la protezione della Vergine nella Cattedrale di Madrid, formandosi alla scuola di S. Vincenzo de Paoli. Tutti furono vittima della feroce persecuzione religiosa che a metà degli anni ’30 pretendeva di eliminare la Chiesa di Spagna.
Si deve notare che non sono gli unici secolari dell’associazione che sacrificarono la loro vita in difesa della fede. Dalla lista dei membri con fama di martirio che la Basilica stilò nel 1939 sono stati selezionati questi 6 perchè si dispone di una documentazione ufficiale degna di fede, che certifica con nomi e cognomi che questi furono imprigionati e assassinati per l’unico motivo di costituire la giunta direttiva della Sezione di Carità della citata Congregazione Mariana e, inoltre, si può contare su testimoni diretti, loro amici e familiari. E’ una pagina bellissima ed esemplare della Storia della Chiesa e della Famiglia Vincenziana, alla quale è opportuno accostarsi con rispetto e dovozione, nella convinzione che il loro esempio e la loro intercessione ci possono aiutare a superare le tentazione della mediocrità e della mancanza di speranza che costantemente ci minaccia.
Nel 1936 la Congregazione della Missione aveva nella Diocesi di Madrid 5 comunità, dedite ai ministeri propri dell’Istituto, tra i quali si distinguevano particolarmente: la intensa predicazione del vangelo e della morale cristiana nelle missioni popolari, nelle quali si otteneva un autentico rinnovamento spirituale nelle parrocchie; la cura per le Figlie della Carità; il culto pubblico; la celebrazione dei sacramenti (specialmente dell’eucarestia e della confessione); il servizio sacerdotale in tutte le loro chiese; una particolare organizzazione della carità e della distribuzione di aiuti, direttamente e attraverso le Associazioni dei laici.
Vediamo nei dettagli.
Casa Provinciale di García de Paredes, 45: con 37 sacerdoti e 19 fratelli coadiutori.
La notte del 24 luglio 1936 fu assalita da un gruppo di rivoluzionari che attaccarono a sorpresa e contemporaneamente le tre porte dell’edificio. In un primo momento i miliziani pensarono di uccidere tutti i confratelli riuniti, ma erano molti e decisero di rimandare.
Il giorno seguente alcuni riuscirono a scappare e a rifugiarsi presso parenti e amici, altri furono fatti prigionieri. A questa comunità appartengono 13 dei Servi di Dio di questo processo, in cima ai quali c’è il Superiore in carica, P. Ibáñez.
Un’altra comunità, sita in calle Lope de Vega, 38, annessa al Noviziato delle Figlie della Carità, formata da 9 sacerdoti (quasi tutti destinati alla loro formazione e direzione spirituale) e 5 fratelli coadiutori, fu la più perseguitata. Sopravvissero 4 sacerdoti e questo solo perchè si trovavano fuori Madrid. I martiri di questa comunità furono 10 , e tra loro il P. José María Fernández, che è in cima alla lista di questo processo.
Una terza casa nel paese di Hortaleza (Madrid), con 6 sacerdoti, 17 fratelli codiutori e 36 novizi. I novizi e parte dei loro formatori era stati inviati opportunamente a Tardajos (Burgos), lasciando a Hortaleza 16 religiosi. Tutti furono fatti prigionieri il 21 luglio e 6 di loro furono martirizzati.
La casa di Valdemoro (Madrid) con 5 sacerdoti e 4 fratelli coadiutori. Anche questi furono arrestati tutti insieme il 25 luglio e portati prima al carcere di Getafe e poi a quello di Ventas: furono martirizzati 2 sacerdoti e un fratello coadiutore.
Una piccola comunità sita in Calle Fernández de la Hoz, 21, formata da 5 Padri appartenenti alla Provincia di Aquitania. Di questi, fu martirizzato P. Manuel Requejo Pérez.
Per maggiore chiarezza nell’esposizione, si seguirà ora l’ordine cronologico.
Le prime vittime furono FR.VICENTE CECILIA GALLARDO di 22 anni, originario di Cabra (Córdoba) e FR. MANUEL TRACHINER MONTAÑANA, di 21 anni, nativo di Puzol (Valencia) e educato presso le Figlie della Carità alla Beneficencia di Valencia, entrambi della casa di Hortaleza. Li uccisero sulla strada di Canillas, all’alba del 20 luglio, mentre andavano a Madrid per ricevere ordini dai superiori. Nel bagaglio avevano messo la sottana e il crocifisso e questo fu il delitto che pagarono con la morte immediata.
Nello stesso giorno fu dato l’assalto alla casa di Horteleza, facendo prigionieri tutti i Padri e i Fratelli, con il parroco del paese. Qualche notizia confusa arrivò alla Casa Provinciale e il
FR. ROQUE CATALÁN DOMINGO si offrì di andare a Horteleza per conoscere la verità e portare aiuto. Domingo già godeva di fama di santo e da tutti era conosciuto il suo desiderio di martirio. Prima di partire chiese la benedizione del Superiore e avvertì i suoi compagni: Se non torno, recitate un Te Deum. Non cercò il martirio, semplicemente ne ebbe la premonizione e lo accettò per quello che è: una grazia di Dio. Vestito di una camicia scura e con un bastone, riuscì a raggiungere Horteleza, e lì, giunto al convento della Sacra Famiglia, lo interrogarono e lo uccisero, perchè era un frate.
Era originario di La Aldehuela (Teruel) ed aveva 62 anni quando morì. Il suo principale maestro spirituale era stato suo padre, che dopo vari anni di vedovanza entrò nella Trappa di Dueñas (Palencia), lasciando come sua traccia una scia di virtù e semplicità evangelica.
Il P. JOSE IBÁÑEZ MAYANDÍA, in quanto Superiore era stato minacciato in modo particolare nella notte del 24 luglio. Compiendo coraggiosamente il suo dovere rimase nella casa e la domenica 26, molto presto, andò a dire messa nel vicino Ospedale dei Convalescenti. Fu arrestato e imprigionato nelle Scuole Cattoliche, già trasformate in Ateneo Libertario de Chamberí dopo che ne erano state scacciate le proprietarie Figlie della Carità. Lo abbandonarono, credendolo morto, nel pascolo del villaggio, ma il giorno seguente, andati a fucilare un’altra vittima, lo trovarono in vita e ritornarono con lui alla Scuole Cattoliche, dove lo finirono in modo particolarmente crudele ed offensivo, data la sua condizione di sacerdote. Originario di La Puebla de Híjar (Teruel) fu martirizzato il 27 luglio 1936 all’età di 59 anni. Era stato uno zelante missionario. Durante la guerra d’Africa accompagnò le Figlie della Carità destinate all’ospedale di Larache, e si occupò della loro direzione spirituale.
L’11 agosto furono ritrovati presso le mura del macello i cadaveri di FR. PERFECTO DEL RÍO PÁRAMO, e del FR. ESTANISLAO PÁRAMO MARCOS, cugini tra loro, con quello del cappellano della chiesa di S. José, D. Cecilio del Río, fratello del primo, che li aveva accolti a casa sua. Tre giorni prima era stata scoperta la loro condizione di religiosi ed erano stati fatti prigionieri. Entrambi erano originari di Pedrosa del Río Urbel (Burgos) e avevano rispettivamente 54 e 51 anni.
Il 12 dello stesso mese martirizzarono:
P. HILARIO BARRIOCANAL QUINTANA, come i precedenti due della comunità di García de Paredes e anche lui della zona di Burgos: Quintanavides. Era segretario del Visitatore e cappellano dell’opera sociale «La goccia di latte», in calle Espada. Lì si rifugiò, ma il 9 agosto i miliziani del Circolo Socialista del Puente de Segovia, si impossessarono dell’edificio. Pensarono che il P. Barriocanal fosse parente del portiere, ma qualcuno lo denunciò e il giorno 11, alle 6 e mezza della sera, lo condussero alla chiesa di S.ta Cristina. Lo assassinarono nella Casa de Campo il 12 Agosto 1936. Aveva 67 anni.
Nella seconda quindicina di agosto il panorama di Chamberì è spaventoso. La parrocchia di S.ta Teresa e S.ta Isabella distrutta; la basilica trasformata in scuderia; nelle case religiose si erano installate le checas (squadre d’incontrollabili, quali la Brigada del Almanacer, che giustiziavano qualsiasi persona denunciata, anche anonimamente, senza prove certe dopo un processo sommario).
Il 21 agosto viene martirizzato nel cimitero di Aravaca il congregante JOSÉ GARVI CALVENTE, originario di Madrid, di 55 anni, commerciante, sposato con una figlia, dopo essere passato per la sede del Partito Comunista Radio 9 sita in Santa Engracia 46.
Il 23 dello stesso mese, nella sede di Cuartel de la Montaña, sono martirizzati altri quattro congreganti della Medaglia Miracolosa:
JUSTO RAMÓN PIEDRAFITA, originario di Huesca, 40 anni, portiere, sposato e con 6 figli.
AGUSTÍN FERNÁNDEZ VÁZQUEZ, originario di El Escorial (Madrid), 41 anni, postino, tesoriere dell’Associazione e persona sempre disponibile in basilica, sposato senza figli.
FELIPE BASAURI ALTUVE, originario di Bilbao, 55 anni, impiegato, sposato e con 3 figli.
EDUARDO CAMPOS VASALLO, originario di Orduña (Vizcaya), 52 anni, assistente in Lavori Pubblici, sposato e con 6 figli.
I quattro passarono per il Circolo Socialista del Norte, istallato nel convento di Esclavas de Martínez Campos, 8, che fu la checa incaricata di catturare i Congreganti della Medaglia Miracolosa.
IL P. MANUEL REQUEJO PÉREZ entró nella Congregazione quando era canonico del paese di Osma. Durante la persecuzione religiosa si rifugiò presso le Sorelle dei Poveri in Calle Doctor Esquerdo, fingendosi un vecchio. Nella stessa situazione si trovava il Redentorista P. Antonio Girón. Li martirizzarono entrambi la domenica 30 agosto, denunciati da un miliziano che i suoi compagni avevano messo a custode della Casa.
Capendo che li stavano per uccidere si confessarono a vicenda e iniziarono insieme la recita del Rosario.
Era originario di Aranda de Duero (Burgos) ed aveva 64 anni.
Il P. ELEUTERIO CASTILLO GÓMEZ era vicedirettore dei novizi. Riuscì a recarsi al convento delle Trinitarie, di cui era cappellano, per consumare il Santissimo; ma immediatamente furono fatti prigionieri i 16 membri della comunità di Horteleza. Grazie ad un parente potè uscire dal carcere, ma continuò ad essere sorvegliato e tornarono ad arrestarlo, questa volta prendendo anche suo cognato Juan Alonso Hidalgo, che era della Guardia Civile. Al Quartier Generale, dove viveva sua sorella, era molto conosciuto come prete vincenziano. Nel mese di maggio aveva amministrato la prima comunione a due sue nipoti e ad altre bambine nella vicina chiesa di las Salesas, in una cerimonia con grande concorso di folla. Una di queste nipoti è Carmelitana scalza nel Monastero di Loeches (Madrid). La denuncia fu fatta da una delle guardie del Quartier Generale. All’alba del 3 settembre li fucilarono entrambi, vicio al Quartier Generale.
Stava per compiere 33 anni. Era nato a Marmellar de Arriba (Burgos).
Alla Comunità di Lope de Vega appartenevano i Padri:
MAURILIO TOBAR GONZÁLEZ e PONCIANO NIETO ASENSIO
Il primo era superiore della Casa de Capellanes; mentre P. Nieto era una famoso scrittore di letteratura religiosa e vincenziana. Si rifugiarono a Abascal, 9, in casa di Dª Julia Angulo Pozas, cugina di P. Maurilio Tobar. Li uccisero tutti e tre il 23 settembre. Il P. Maurilio era originario di Tardajos (Burgos), di 56 anni, ed era fratello dell’altro martire H. Saturnino Tobar González. Il P. Nieto era nato a Valverde de Campos (Valladolid) e, al momento della morte, aveva 61 anni.
Il P. JOSÉ SANTOS ORTEGA originario di Tardajos (Burgos), di 54 anni, fu vittima del tradimento di un giovane che finse di volerlo proteggere. Quando uscì dalla Casa Provinciale si rifugiò in casa di parenti a Guindalera, ma fu denunciato. Fu allora che quel giovane, cui aveva fatto dei favori, finse di difenderlo ma in realtà lo fece portare al Comitato. I suoi resti riposano nel cimitero di Hortaleza
Il P. BENJAMÍN ORTEGA ARANGUREN era stato accolto con grande carità da una famiglia, con cui rimase, facendo vita monacale, fino al 13 ottobre, quando fu portato alla checa di Fomento. I suoi benefattori fecero di tutto per salvarlo, e contattarono anche un miliziano conosciuto, il quale però disse che «trattandosi di una sacerdote e religioso, non si poteva fare niente, perchè la gente di sinistra avevano giurato di eliminare tutti i preti». Morì martire il 19 ottobre 1936 a 51 anni.
E giungiamo ad una data da ricordare in modo particolare in questo lungo elenco di martìri: i vespri della festa di Cristo Re, che si celebrava nell’ultima domenica di ottobre.
Il venerdì 23 fu il giorno scelto dai boia per farla finita con il gruppo di Vincenziani che trattenevano in regime carcerario dalla fine di luglio, al numero 4 di calle San Felipe Neri, senza il minimo necessario e in una costante minaccia di morte.
Sono i cosiddetti martiri di Vallecas, per essere stati martirizzati e sepolti nel cimitero di questa città presso Madrid. I loro corpi furono poi recuperati e riconosciuti insieme a quelli di tre Figlie della Carità.
Nella nostra Casa Provinciale fu chiamata «il dormitorio dei martiri» la sala dove si vegliarono i loro resti mortali nel novembre 1941. Sono in totale 8: 3 sacerdoti e 5 Fratelli.
Questi sono i loro nomi: P. JOSÉ Mª FERNÁNDEZ SÁNCHEZ vicedirettore e formatore di varie generazioni di Figlie della Carità. Godeva di fama di santità già in vita. Capì con chiarezza il pericolo e insiema alla Visitatrice Sr. Justa Domínguez de Vidaurreta (per la quale pure è in corso il processo di Canonizzazione) mise in salvo il numeroso noviziato, portandosi antrambi dove si scatenava la persecuzione, per non lasciare le consorelle senza aiuto. Aveva 61 anni ed era nato a Oviedo. In precedenza era stato ViceVisitatore d’India e professore in vari seminari.
P. ROQUE GUILLÉN GARCÉS di 57 anni . La fama di martirio di P. Roque si mantiene viva nella sua parrocchia di Sarrión (Teruel) e il suo nome resta unito alla Adoración Nocturna, perchè Zaragoza, che fu la seconda fondazione in Spagna, celebró la prima veglia il 28 Maggio del 1879, proprio il giorno della nascita di Roque Guillén: nella festa straordinaria del maggio 1939 la famiglia e i devoti di Sarrión furono fieri di poter offrire nella mensa eucaristica una vittima battezzata nella loro parrocchia.
P. BENITO PARADELA NOVOA, nato a Amoeiro (Orense). Scrittore famosissimo e molto stimato nella Congregazione. Cercò di salvare l’archivio e la biblioteca provinciale, trasportando personalmente le cose più importanti nella casa di San Felipe Neri. Aveva 49 anni.
I 5 Fratelli sono:
FR. SATURNINO TOBAR GONZÁLEZ, amministratore delle Fondazioni collegate alle Figlie della Carità; originario di Tardajos (Burgos), di 78 anni; FR. AGUSTÍN NOGAL TOBAR, anch’egli di Tardajos (Burgos), di 51 anni, era aiutante di Fr. Saturnino nell’amministrazione; Fr. CESÁREO ELEXGARAY DE OTAZUA, originario di Busturia (Vizcaya), di 32 anni; FR. CRISTÓBAL GONZÁLEZ CARCEDO, nato a Lodoso (Burgos), di 23 anni; FR. JUAN NÚÑEZ ORCAJO, originario di Fontioso (Burgos), di 54 anni.
Novembre è il mese del grande olocausto di Paracuellos del Jarama.
Dal Carcere Modelo il giorno 7 vengono martirizzati:
P. VICTORIANO REGUERO VELASCO originario di Valladolid, e Fr. GIL BELASCOAIN ILARRAGORRI, originario di Legarda (Navarra), rispettivamente di 34 e 53 anni.
Della stessa prigione il giorno seguente muore P. LAUREANO PÉREZ CARRASCAL, di 60 anni, originario di Valladolid.
Il 15, muore dal carcere di Ventas P. TEODORO GÓMEZ CERVERO di 59 anni, nato a Deza (Soria).
Il 27, festa della Medaglia Miracolosa, martirizzarono a Paracuellos (carcere di S. Antón) : Fr.PEDRO ARMENDÁRIZ ZABALETA, nato a Amatriaín (Navarra), di 57 anni; Fr. JOSÉ GARCÍA PÉREZ, novizio di 21 anni, di Tuy (Pontevedra); e il giovane congregante MIGUEL AGUADO CAMARILLO, quest’ultimo del carcere di Porlier.
Il 29, anche da S. Antón, fu martirizzato P. PEDRO-PASCUAL GARCÍA MARTÍN, di 34 anni, originario di Monteagudo del Castillo (Teruel); Il 30, della stessa prigione, furono uccisi: Fr. JOAQUÍN ZUBILLAGA ECHARRI originario di Echeverri (Navarra), di 37 anni e P. FRANCISCO MORQUILLAS FERNÁNDEZ di Sarracín (Burgos), di 47 anni.
Gli ultimi tre e il P. Reguero erano della Comunità della Casa Provinciale.
La pagellina-ricordo di Miguel Aguado dice testualmente: «Era un povero operaio e apparteneva alle Compañías del Cerro de los Ángeles, Adorador Nocturno e Caballero de la Milagrosa». Aveva 33 anni e lasciò 6 figli e la moglie nella più completa miseria, ma con una fede incrollabile. Ella, certa che era stata la Madonna della Medaglia Miracolosa a portarselo in cielo nel giorno della sua festa, seppe infondere nei figli la speranza.
La morte di FR. BARTOLOMÉ GELABERT PERICÁS di Hortaleza nato a Consell (Mallorca), di 64 anni, della comunità di Hortaleza (Madrid) e quella del P. BENITO QUINTANO DIAZ, della comunità di Valdemoro, ha un carattere diverso.
Dopo vari mesi di prigione offrirono loro la libertà in quanto anziani e immediatamente; ma poi, non avendoli mai persi di vista, li fucilarono, rispettivamente il 27 novembre e il 12 dicembre. P. Quintano era nato a Lodoso (Burgos) e aveva 75 anni. Entrambi soffrirono grandi pene in carcere.
Chiude l’elenco dei martiri della Congregazione FR. ISIDRO ALONSO PEÑA.
Aveva 77 anni e morì distrutto dai maltrattamenti nel carcere di Ventas il 14 dicembre, assistito spiritualmente da P. Manuel Rodríguez. Era entrato in prigione il 29 luglio con i suoi compagni di Valdemoro.
Essi amavano la vita, la loro famiglia, la loro vocazione, i loro ministeri. Amavano il loro futuro. Ma nella scala dei valori Dio stava sopra tutte le cose e non esitarono a seguire il duro cammino della Croce, lasciando come loro traccia una scia di martirio la cui fama si è mantenuta ininterrotta fino a noi.