Il Santo Padre ha dichiarato che lei ha praticato le virtù in grado eroico.
Lo dice il Decreto autorizzato dal Papa il 22 giugno 2023.
Preghiamo in attesa di un suo miracolo (necessario per arrivare alla sua Beatificazione).
Nasce a Napoli il 3 Settembre 1888, e viene battezzata dallo zio Sacerdote con il nome PIA. Quarta di sei sorelline si distingue per la sua vivacità di carattere. A 9 anni, preparata dallo zio sacerdote, fa la prima comunione. Vanitosa, le piace ballare, cantare, ricevere complimenti; tuttavia è anche attenta alla preghiera. Spesso si presentava nello studio del padre avvocato e ne profittava per raccomandare ai clienti, in cambio delle loro carezze, la recita delle preghiere, la partecipazione alla Santa Messa e soprattutto l’osservanza del precetto Pasquale.
Il 31 maggio del 1902 consacra tutta se stessa a Gasù con il voto di Verginità, decisa a realizzare la sua vita consacrata; ma come? Un incontro fortuito nello studio del padre con una Figlia della Carità sarà per lei il segno di Dio. Mentre la Suora tergiversa ritenendo opportuno non incoraggiarla per la sua giovane età, e le prospetta le innumerevoli difficoltà della vita comunitaria Pia si impunta e con uno scatto tutto suo protesta: “se la sua comunità è un inferno, ebbene io voglio venire in quell’inferno!”.
A 20 anni fa il Postulato all’istituto Montecalvario di Napoli e alla casa centrale inizia il seminario che termina a Parigi alla casa madre. Alla presa d’abito è destinata alla scuola elementare della casa centrale a Napoli, ma non è capace di mantenere la disciplina per cui, dopo un anno tempestoso, con sollievo di tutti passa all’Albergo dei poveri in P.za C.arlo III, al servizio delle anziane povere ricoverate.
Sr Caterina, come ormai viene chiamata, si mette all’opera con il suo abituale entusiasmo e tanto tanto amore come richiedeva appunto il suo ufficio. Non mette limiti alla donazione, al lavoro e alla pratica della virtù tanto che la salute ne rimane scossa e deve fare i conti con una brutta bronchite asmatica. . .che diventerà purtroppo cronica. La notte di Natale del 1913 pronunzia con grande fervore i santi voti il che accresce la sua capacità di donazione piena e gioiosa.
Qualche anno dopo, a causa della Guerra 1914-1918, si organizzano le ambulanze e Sr Caterina è inviata all’ “Istituto Hesler” di Napoli per la rieducazione dei mutilati di guerra. Il suo amore e la sua dedizione si moltiplicano verso quei giovani per i quali le ore di sconforto sono frequenti, ma basta che Sr Caterina intoni un inno al Sacro Cuore o pronunzi una parola di conforto per riportare il sorriso sulle loro labbra. Finita la guerra nel Dicembre 1918 e chiuse le ambulanze, Sr Caterina giunge a Catania attesa dalla zelante b.ssa Anna Zappalà, nipote del Cardinale Giuseppe Francica Nava, Arcivescovo di Catania. La b.ssa Anna, anima straordinaria per la sua carità e l’impegno nell’opera fondata dal santo cardinale G. Dusmet, da tanto tempo richiedeva la collaborazione di Suore capaci di comprenderla e seguirla nel servizio organizzato presso il collegio della Provvidenza (attuale Istituto Pio IX, tenuto dalle FdC). Per volere della b.ssa Anna, Sr Cantalupo si chiamerà Sr Anna. Nel 1905 la b.ssa Anna Zappalà viene eletta presidente dell’opera e subito il padre Luigi della Marra gliene affida la direzione. La presidente avendo ottenuto altre 2 Suore, con la collaborazione entusiastica di Sr Anna, chiede l’affiliazione delle socie alla Compagnia delle Dame della Carità di Parigi. Il nome dell’ “OPERA DEL CARDINALE DUSMET” viene cambiato in “OPERA DI SOCCORSO INFERMI POVERI A DOMICILIO”, iniziando la pubblicazione di un giornalino con lo stesso titolo che sostituirà il notiziario diocesano “La Campana”. Contemporaneamente sorgono tutte le altre iniziative: l’associazione dei cooperatori e i Soci Perpetui (che con le loro somme versate una tantum assicurano una santa messa annuale per i soci defunti e un cespite in aiuto ai poveri).
La b.ssa Anna riunisce le socie in casa sua e le mette a lavoro mentre Sr Anna si occupa delle riunioni nella Chiesa dell’Ogninella, senza tralasciare le visite ai poveri.
Nel 1915 la b.ssa, avendo accettato la presidenza dell’Opera Nazionale Orfani di Guerra e mettendo a disposizione del ministero una sua proprietà in periferia dove vi lavorava già con impegno, all’arrivo di Sr Anna non trova di meglio che coinvolgerla in questa assistenza così impegnativa. Sr Anna con entusiasmo comincia ad organizzare le colonie marine e montane per i bambini, la distribuzione di medicinali, di indumenti e di calzature alle famiglie, con il suo senso di organizzazione arricchito di carità, rispetto a cordialità vincenziana. Nel 1920 propone un corso dì esercizi spirituali per tutti gli assistiti ìn preparazione alla Pasqua dando così vita ad una pratica che durerà decenni.
L’11 Aprile 1923 con il consenso dei superiori Sr Anna insieme alle sue consorelle addette al servizio dei poveri lascia il collegio Pio IX e si stabilisce nella casa che la b.ssa Anna ha preparato per loro in via S. Pietro e che si chiamerà “Casa della carità”. E’ un’esplosione di attività: catechismo ai bambini e agli adulti, oratorio festivo per giovani, associazione mariana per la formazione della gioventù femminile, Battesimi di adulti, Matrimoni da regolarizzare, visite e assistenza materiale e spirituale: Catania ha individuato in quella casa un rifugio sicuro per ogni necessità
L’anno 1925 segna la svolta decisiva per la casa: l’assistenza civile e religiosa che si è svolta per tanti anni agli orfani di guerra è finita. La presidente che si è prodigata insieme alle Suore riceve un attestato di benemerenza e di lode e rientra nel possesso del suo terreno con aggiunti 3 padiglioni in legno allestiti dal ministero. La b.ssa Anna Zappalà con una donazione in vita accettata dal consiglio provinciale, dona i locali ad esclusivo uso della casa che si chiamerà definitivamente: CASA DELLA CARITA’ – Sede dell’OPERA DI SOCCORO INFERMI POVERI A DOMICLIO.
Intanto sorge un problema: venuta meno l’assistenza della Prefettura, per non stornare neppure una Lira dalle offerte ricevute per i poveri, la presidente nei 3 padiglioni inizia un asilo infantile, una scuola elementare e un laboratorio di ricamo per giovinette. Le socie procureranno gli alunni pagando le rette e risolvendo il problema della casa. L’ambulatorio e la farmacia continueranno a funzionare ogni mattina con medici volontari collaborati da una suora. Ancora l’anno 1925 segna per Sr Anna una data luminosa: risale, infatti, a quell’anno la sua consacrazione di vittima d’amore per i sacerdoti, la sua donazione ai poveri diviene incessante, percorrerà a piedi tutta la città in cerca di ammalati, disperati, affamatL. Fa sue con cuore di sorella tutte le sofferenze dei fratelli e con il pensiero ben preciso: arrivare alle anime per confortarle, dare loro speranza e condurle a Dio. La Gloria di Dio, la Volontà di Dio, ecco il suo obbiettivo costante.
Quante conversioni!… L’arcivescovo accorre spesso alla Casa della Carità per funzioni straordinarie: il Battesimo di otto fratellini, l’abiura dal Protestantesimo di un giovane di 18 anni e due sorelle convertiti per mezzo della Medaglia Miracolosa: altre volte su richiesta di Sr Anna, si reca nelle case dei poveri per il conferimento della Cresima ad ammalati gravi. Nel periodo quaresimale organizza corsi di esercizi spirituali per tutte le categorie: bancari, impiegati comunali, netturbini, ferrovieri, vigili del fuoco, vigili urbani, tassisti etc. Presta una particolare cura per i sordomuti che lavorano in genere come lustrascarpe, riunendoli e cercando il sacerdote capace di capirli e farsi capire e anche per loro organizza il Precetto Pasquale.
Non tutti evidentemente applaudivano Sr Anna. Un giorno mentre con la borsa raccoglieva le offerte per i poveri sulla strada, un tale dandole uno spintone le gridò in faccia: “Fannullona: non ti vergogI a chiedere l’elemosina? Vai a lavorare!” e Sr Anna con molta calma gli rispose: “non mi sento tanto onorata come quando stendo una mano per i miei fratelli poveri”.
Intanto scoppia la Seconda Guerra Mondiale. Subito Sr Anna prende l’iniziativa, benedetta dall’arcivescovo, di assistere i soldati dei vari reggimenti che transitano da Catania per raggiungere le zone di guerra affinché, confortati da una parola di fede, purificati dai sacramenti e muniti della Medaglia Miracolosa partano serenamente per le zone di conflitto. Ottenuta l’autorizzazione del comandante generale Sr Anna fa il giro delle caserme seguita da un piccolo numero di signore: in ogni caserma ottiene il raduno dei soldati, parla affettuosamente, manifesta il suo programma e ad ognuno offre la Medaglia Miracolosa. Il cappellano padre Ricceri e altri 3 sacerdoti assegnati dall’arcivescovo si rendono disponibili. Non solo nelle caserme ma soprattutto alla stazione ferroviaria alle 4 del mattino si celebra la Santa Messa sul marciapiede, si ascoltano le confessioni e Sr Anna avvicina uno ad uno i soldati del treno ospedale, del treno armato, del il comando Marina, della capitaneria di porto, della Milizia contraerea e a tutti offre un sorriso, un conforto.., e soprattutto li ascolta, poiché ognuno di quei soldati confida a Sr Anna le preoccupazioni per la moglie, i figlioletti, il padre ammalato, la madre anziana.. .Sr Anna raccoglie notizie, lacrime, speranze e annota tutto in piccoli foglietti con nomi e indirizzi. Quando il treno parte subito si mette in cammino per soddisfare tutte le richieste dei soldati che partono forse per non più tornare. C’è chi scrive di avere sperimentato la protezione della Madonna, chi ringazia perché la famiglia lo ha rassicurato dell’interessamento e dell’aiuto di Sr Anna.
Arrivano ancora i profughi da Biserta in condizioni pietose e allora si impone altra mobilitazione di medici, farmacisti, dame e damine della carità per procurare materiale infermieristico, indumenti e generi alimentari. Sempre in moto per sollecitare Enti e persone a donare aiuto. Esauriti ormai tutte le scorte, carica di debiti Sr Anna organizza con l’infaticabile presidente un Bazar di carità per i soldati. A cominciare dalla consorte del podestà fino all’ultima donna del popolo, tutti entrano alla Villa Bellini e comprano qualche cosa per i soldati che sono in guerra… si raccoglie la somma di 27000 £. Ormai Catania ha riposto in loro la sua fiducia. Nell’Agosto del 1941 uno spaventoso bombardamento mette in ginocchio la città: con tante case distrutte, molte famiglie senza tetto vengono accolte nel seminario di Porta Uzeda. Il rettore chiama Sr Anna e immediatamente scattano i soccorsi. In mezzo a tanta miseria gli ammalati di TBC aumentano paurosamente ed è impresa ardua procurare medici, cibo… e disbrigo di documenti per i ricoveri in sanatorio. Tutte la porte però si aprono quando arriva Sr Anna: dal podestà, all’ECA e all’ultimo impiegato tutti si sentono coinvolti in questa battaglia di carità. Purtroppo il peggio deve ancora venire: a causa dello sfollamento Sr Anna è costretta a lasciare Catania trasferendosi a Viagraride. Accanto vi è la caserma degli avieri a cui estende come al solito il suo interessamento e la richiesta di essere accompagnate a Catania per continuare l’assistenza ai poveri che lottano con le malattie e la miseria. Finalmente la Guerra finisce e comincia l’opera della ricostruzione.
Il 17 Febbraio 1947 Sr Anna è nominata superiora della casa con suo grande rammarico perché vede la sua attività limitata. Riesce a prezzo di lavoro notturno a scrivere, chiedere interessamento per i poveri, senza tralasciare le esigenze della comunità.
Contemporaneamente è sollecita per migliorare le condizioni della casa: i 3 padiglioni lasciati dal ministero sono ormai cadenti e rosi dalle termiti. Chiede con insistenza ai suoi amici aiuto per interessare il Ministero ed infatti ottiene la costruzione di due locali semplici ma funzionali per la scuola materna e di un locale per tutti gli usi: refettorio per i poveri, sala di riunioni per le dame e, all’occorrenza, Cappella per gli esercizi spirituali o qualsiasi altra occorrenza. Sr Anna, aperta alle trasformazioni del lavoro della dame, le segue nel loro inserimento nelle Parrocchie che via via si aprono e richiedono interventi più adatti ai tempi. Accoglie i servizi sociali e lascia che le giovani vengano formate e inserite nei gruppi parrocchiali. In tanta attività quello che la sorprende e la disturba è l’arrivo delle… tante onorificenze che le vengono conferite dal 1958 al 1968: Cavaliere della Repubblica, la cittadinanza onoraria di Catania con medaglia d’oro, la croce propontificie et ecclesia… commendatore. Ben presto è però raggiunta da un altro importante lavoro: il Congresso Eucaristico Nazionale del 1959 si terrà a Catania. E l’arcivescovo assegna a Sr Anna la preparazione di tutti i settori che avvicina per gli esercizi spirituali in preparazione alla missione. E’ un lavoro che assolve con entusiasmo e impegno.
Il 1960, tricentenario della morte dei santi fondatori, offre a Sr Anna l’occasione di realizzare un suo grande desiderio: un ricovero temporaneo per minori perché la madre è ricoverata in ospedale o impossibilitata ad occuparsi dei figli per diversi motivi. L’Ente Case Popolari riceve l’incarico di occuparsene e Sr Anna vede con gioia ristrutturare alcuni antichi locali per realizzare quest’altra opera a favore dei piccoli ospiti a riparo ormai dai pericoli della strada.
1968, altra data importante per il sessantesimo della vocazione religiosa: le dame della carità prendono l’iniziativa di una sottoscrizione per iniziare con la posa della prima pietra la costruzione di una cappella grande per accogliere i poveri che ancora si radunano alla Casa della Carità intitolata alla Madonna della Medaglia Miracolosa. La costruzione sarà continuata e ultimata per interessamento della Regione siciliana.
Purtroppo da quell’ anno comincia il declino fisico di Sr Anna, già non più superiora. Un edema polmonare ne limita l’attività ma Sr Anna non si arrende e si rimette a lavoro puntando ormai più alla corrispondenza e al telefono per difendere, incoraggiare, chiedere sempre a favore di chi soffre.., con molta preghiera. E’ il suo nuovo modo di servire, sicura che questa è la volontà di Dio che la mette in pace e che le da la capacità di spendersi giorno per giorno con amore e gioia.
Sì, gioia: perché Sr Anna è sempre serena. Dal mattino alla sera è sempre occupata e spesso si concede qualche sosta in Cappella dove riesce a versare nel cuore di Dio tutti i bisogni di quelli che si rivolgono a lei. Vigile sino agli ultimi giorni accetta la sua sofferenza con dolce abbandono. Al termine della Santa Messa che il sacerdote celebra accanto al suo letto, con un “Amen” chiaro e ben presente accoglie l’Eucaristia e subito entra in coma per non svegliarsi che nell’eternità.
E’ l’alba del 17 Marzo 1983.
Sr. Vincenza GIOIA FdC
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